lunedì 24 aprile 2017

I Millennials e le discriminazioni tra generazioni

Qualche giorno fa si è svolto a Roma un interessante convegno, dal titolo Il welfare dei Millennial" (organizzato da Obiettivo Italia):
Convegno interessante per le dichiarazioni, gli obiettivi, i programmi dei presenti (politici, economisti, imprenditori) sul problema generazionale: ne esce un messaggio molto preciso per i giovani di questo paese:
Se potete, scappate!
Perché nessuno farà mai nulla per aiutarvi e per risolvere i vostri problemi da loro creati.

E' ben chiaro che questo è un paese di vecchi, per vecchi, governato da vecchi (compresi quelli delle nuove generazioni).
Dobbiamo dimostrarlo? Bastano due esempi presi dalla conferenza:

Partiamo dall'intervento di uno dei "massimi rappresentanti dell'informazione italiana", Vittorio Feltri (vedi intervento):

I problemi dei giovani? semplicemente non esistono, devono solo lavorare, e risparmiare per la pensione.

Su questo non servono altri commenti.

Il secondo esempio riguarda il progetto di riforma della Costituzione esposto da Andrea Mazziotti, Presidente della Commissione Affari Costituzionali della Camera (vedi intervento).

 (Tale progetto di riforma è stato in realtà presentato già a dicembre 2015, ma è stato tenuto nel cassetto fino ad ora per non sovrapporre la discussione al dibattito attorno alla riforma costituzionale poi bocciata col referendum di ottobre).
Da qualche giorno è disponibile il testo ufficiale della proposta, che potete leggere per intero qui

contro le discriminazioni generazionali

e da questo prendiamo un passaggio che ci sembra importante:
Il quadro nazionale dunque è molto chiaro: viviamo in un Paese a misura dei vecchi di oggi. Se si va avanti così, le generazioni future avranno pensioni enormemente più basse di quelle di chi in pensione ci è già andato, se le avranno.
Per risolvere questa situazione le azioni più importanti sono, naturalmente, quelle finalizzate, da un lato, alla crescita economica e, dall’altro, a un miglioramento del mercato del lavoro tale da assicurare il più semplice e rapido ricollocamento sul mercato alle persone che hanno perso il proprio impiego, soprattutto giovani e donne. Come suggerisce l’OCSE, poi, è necessario investire sulla formazione e sulla riconversione dei lavoratori più anziani.
Ma qualsiasi intervento normativo non può ignorare le discriminazioni e le situazioni di privilegio, che già oggi sottraggono risorse alle pensioni più basse e che, soprattutto, si scaricheranno sulle spalle delle generazioni future.
La presente proposta di legge costituzionale intende dunque introdurre nella Costituzione nuovi princìpi cardine ai quali devono conformarsi gli istituti previdenziali e assistenziali previsti dalla Carta. Nel testo vigente, infatti, l’articolo 38 sancisce che ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all’assistenza sociale.
Viene poi stabilito il diritto dei lavoratori a misure di previdenza e sicurezza sociale in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria.
Ma non si può considerare equo un Paese nel quale il sistema pensionistico discrimina fra pensionati di generazioni diverse. Viene meno un caposaldo della Costituzione, il principio di uguaglianza.
Per questo, nella proposta si prevede che gli istituti, previsti dall’ art. 38 e predisposti o integrati dallo Stato, devono essere informati ai principi di equità, ragionevolezza e non discriminazione tra le generazioni.
Facciamo qualche considerazione:
I proponenti di questo progetto, quindi, certificano l'esistenza di profonde discriminazioni tra generazioni; in realtà, come rileva lo stesso Mazziotti, non dovrebbe essere necessario introdurre un nuovo principio costituzionale, dovrebbe bastare il principio di uguaglianza; ma se tali discriminazioni esistono, significa che tale principio non è mai stato rispettato. E da chi? Evidentemente dai legislatori, nel formare - e riformare - il nostro sistema pensionistico; e nessuno, tra quanti avevano il potere e la possibilità di farlo, ha mai sollevato questioni di incostituzionalità riguardo a questo sistema.

Mazziotti, nel suo intervento, ricorda le 'resistenze della Corte Costituzionale', come se il problema fosse quello, come se la politica abbia fatto di tutto per eliminare queste discriminazioni ma incontrando sempre le resistenze della Consulta. Niente di più falso.
La verità è che la politica, ad oggi, non ha fatto assolutamente nulla per eliminare tali discriminazioni.
La Consulta non ha mai difeso i cosiddetti diritti acquisiti in quanto tali, ma ha sempre bocciato quelle leggi fatte male, perché in contrasto con principi costituzionali, rimandandole al mittente, ovvero ai legislatori.
Il maldestro tentativo - assai diffuso - di scaricare le colpe delle mancate riforme sulla Consulta è chiaro segno della disonestà intellettuale e vigliaccheria della classe politica, che non vuole assumersi le proprie responsabilità. E agire di conseguenza.

In questo senso, lo scopo di questa modifica appare in tutta la sua tragica comicità:
Se è vero che il sistema pensionistico italiano presenta forti discriminazioni tra generazioni, allora deve essere riformato, tramite una proposta di legge.
I proponenti quindi, per coerenza, insieme a questo progetto dovrebbe presentare una proposta di legge ordinaria per correggere la materia.
No, la proposta invece, "intende dunque introdurre nella Costituzione nuovi princìpi cardine ai quali devono conformarsi gli istituti previdenziali e assistenziali previsti dalla Carta."
Gli istituti previdenziali? Questi seguono solo quanto previsto dalla legge, mica sono loro a "creare discriminazioni". Sono le leggi che non vanno bene. E vanno quindi cambiate.
Ma questo, lo spot elettorale qui presentato, non può dirlo.

Ecco, con questi due esempi abbiamo sentito un "vecchio" e un "giovane" riguardo ai problemi dei giovani.
Quali alternative ci sono? o ribellarsi o andarsene.
Oppure soccombere alla violenza di questa gerontocrazia.


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