domenica 12 marzo 2017

Quanto vale la rapina pensionistica

A cosa si deve l'alta spesa pensionistica italiana che ci vede in cima alle classifiche mondiali?



Sicuramente alle generose condizioni del sistema retributivo, con cui, è bene ricordarlo, sono ancora pagate quasi il 90% delle pensioni in essere, 97% considerando anche le retributive miste (qui sotto, ad esempio, le pensioni vigenti nelle gestioni private Inps, per regime di liquidazione)




Queste condizioni generose riguardano, come già ricordato altre volte, sia il livello degli assegni pensionistici in rapporto ai contributi realmente versati, sia la possibilità di accedere molto presto alla pensione (pensioni di anzianità) senza alcuna penalizzazione. (sotto due grafici molto esplicativi delle due questioni).






E' stato quindi questo cumulo di "privilegi" che ci ha portato alla situazione attuale.

Ma quanto vale la Rapina Pensionistica causata dal retributivo?
E come valutarne l'entità, soprattutto?


Un metodo potrebbe venire dal confronto con la spesa che gli altri paesi hanno saputo tenere (o "contenere").
Vediamo questi primi grafici, che mostrano la spesa pensionistica italiana, nelle diverse componenti "pensioni di vecchiaia" (old age),  "pensioni ai superstiti" (survivors), e "pensioni di invalidità/incapacità" (incapacity related), in confronto a quella degli altri paesi Oecd.





Nei grafici, il livello della spesa italiana, in blu è confrontato con la media degli altri paesi Oecd, linea verde, ma soprattutto con i valori minimo e massimi registrati negli altri paesi ogni anno (estremi inferiori e superiori delle barre rosse che fanno da sfondo).

Si nota subito che la spesa per le pensioni di vecchiaia e per i superstiti è sempre stata molto superiore a quella Oecd; in particolare, riguardo alle pensioni di vecchiaia (vecchiaia, anzianità, prepensionamenti, nelle nostre classificazioni) la spesa italiana supera quella di tutti gli altri paesi da mlto tempo, dai primi anni '90 (linea blu oltre il limite superiore delle barre rosse, massimo registrato negli altri paesi).
Per le pensioni ai superstiti, siamo sopra tutti gli altri vaori dai primi anni 2000.
Si noterà anche, che la spesa per pensioni di invalidità/inabilità è invece persino inferiore alla media Oecd - contro molte credenze assai diffuse.

Visto che la spesa "anomala" risulta quella per vecchiaia e per i superstiti limitiamo i nostri confronti a questa.



Consideriamo quindi la differenza tra la spesa per pensioni (vecchiaia + superstiti) italiana e quella media Ocse.



Tale differenza è passata dal 2% del 1980 al 8% del 2013.

Queste percentuali (su pil) possono essere trasformate facilmente in miliardi di euro correnti, e, attraverso gli opportuni indici di rivalutazione (istat), in miliardi attuali (2015).



Ecco quindi stimati i valori della Rapina pensionistica: dai 20 miliardi del 1980 ai 120 miliardi del 2013. Per un valore cumulato - dal 1980 al 2013 - che sfiora i 3 MILA MILIARDI.

Ma a questo punto, immaginiamo già una obiezione, sollevata da molti:
"L'elevata spesa per pensioni dipende anche dall'elevata presenza di anziani, ovvero ha origini demografiche"
In parte è così, ma solo IN PARTE. Vediamo perché?

Nel seguente grafico confrontiamo la spesa per pensioni (% di pil) con l'indice di dipendenza anziani, un parametro che indica quanto appunto sia "anziano" un paese, in questo caso, rappresentato semplicemente dal rapporto tra popolazione over 65 e popolazione tra il 20/64 anni.



E' vero che esiste una chiara correlazione. Ma si nota anche che molti paesi con un indice simile a quello italiano (Germania, Portogallo, Finlandia, Svezia) hanno saputo mantenere una spesa molto più bassa; il Giappone, addirittura, con un indice di dipendenza moltp i elevato ha una spesa molto più bassa.

E questa particolarità italiana è ben evidente anche nel tempo (si veda per esempio il confronto con la Germania qui sotto)



"Tutti paesi con un sistema pensionistico molto diverso da quello italiano", si dirà.
Ed è proprio questo il punto.
Non si capisce perché anche l'Italia non abbia costruito un sistema che erogasse pensioni "giuste, ma non eccessive", e che non pesasse quindi troppo sulle nuove generazioni.

Quindi, il fatto che l'Italia sia un "paese di vecchi" può spiegare solo in parte il primato italiano sulla spesa pensionistica. Il resto si deve alla generosità del sistema pubblico.
In che quota?
Anche questo può essere stimato:
Basterebbe "normalizzare" la spesa pensionistica italiana, utilizzando proprio l'indice di dipendenza anziani della media Ocse.
In questo caso, si nota che questo fattore "anziani" può spiegare all'incirca metà della differenze con la media. L'altra metà deve essere dovuta alla generosità del sistema.



Accogliendo quindi l'obiezione esposta prima, proviamo quindi a considerare solo la componente "generosità del sistema".




In questo caso, i valori della rapina, sempre rivalutati al 2015, vanno dai 9 miliardi del 1980 ai 60 del 2013.
Cifra attuale che corrisponde più o meno a quella derivante da altre stime, per esempio quella risultante da un possibile ricalcolo contributivo delle attuali pensioni retributive.
Il valore cumulato fino al 2013 arriva alla cifra di 1500 miliardi di euro (2015).

Ecco, questo potrebbe essere il VALORE DELLA RAPINA PENSIONISTICA.

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